18.8.07

capitolo tre

Era semplicemente impensabile. Anni di preparazione, di pianificazione, di concentrazione per ottenere la perfezione; poi secoli di duro lavoro, secoli di silenzioso servigio, di ubbidiente accettazione, di pronta intuizione per servire al meglio: secoli di continuo ed indefesso lavoro, sotto questa o quella egida, con il comando di questo o quel demone. Ma tutto sempre con il massimo dell'eleganza e del buon gusto, tutto con l'attenzione ai particolari, con una certa ricercatezza. E per che cosa? In cambio di cosa? Ora era lì, per terra, con la sua stupenda copertina in delicatissima pelle di Xur azzurra e viola a raccogliete polvere che ne avrebbe alla lunga chiuso e soffocato i minutissimi pori facendo soffrire quella delicata superficie. I bei gioielli resi opachi dallo sporco; e le pagine, le sue povere pagine perfette, tutte in stupenda carta pergamena invecchiata e trattata con pregiatissime resine, quelle pagine che racchiudevano secoli di scritti potenti, di nascosti misteri, di importanti messaggi, scritti col sangue di migliaia di razze diverse, proveniente da molteplici piani e dimensioni.

Tutto lì, abbandonato nel sudicio passaggio di una qualunque galleria dimenticata in qualche assurdo piano di esistenza; e quel grosso pezzo di idiota di contabile che se lo perdeva da sopra la pila di fogli, come se lui, LUI, fosse l'ultimo blocco di appunti di questo o quell'universo, e non, la summa delle figure demoniache di livello di tutto il quarto inferno, con capoversi pronti per accogliere quelli del quinto e sesto.
Quale mancanza di rispetto, quale incuria dimostrava quel burocrate demoniaco di infimo livello, dimenticando un particolare assolutamente fondamentale: il suo nome, il suo ruolo nelle demoniache schiere e la sua evocazione erano i primi dati a comparire al lettore,come si conviene a chi deve dimostrare di aver fiducia nel proprio operato.
Pensieri di pura vendetta si agitavano tra quelle pagine ambrate, scuotendo e arricciando i bordi dal delicato color oro rosso, pregustando il giorno in cui qualcuno avrebbe raccolto la sua polverosa costola, aprendo inavvertitamente proprio a quella pagina il libro e leggendo, stupito, proprio quelle parole che avrebbero evocato e legato al servizio quello stupido imbrattafogli, che nel momento in cui lo avrebbe visto avrebbe capito, ma non avrebbe potuto fare altro che bollire di rabbia, rimproverarsi amaramente ed obbedire agli ordini del suo nuovo padrone.
Mentre si crogiolava nei suoi pensieri di giusta vendetta, la sabbia su cui poggiava cominciò a vibrare ritmica, come se un passo pesante si stesse avvicinando. Quasi non poteva credere alla sua fortuna: che l'ora della sua vendetta fosse già giunta? che solo dopo pochi... giorni?... ore?... mesi? ... il tempo in quelle pieghe tra le dimensioni aveva uno strano modo di scorrere, una peculiarità tutta sua, come una pallina che rimbalzi avanti ed indietro per le mura di una stanza senza un ordine ed una direzione precisa...
Teso nell'ascolto della vibrazione, rimpianse di non aver e il dono della vista, oltre che quello del pensiero evoluto, ma sentiva che il passo si avvicinava, sempre più vicino, sempre più prossimo, fino a che si fermò vicino alla sua copertina, e uno sbuffo di polvere si posò sulla pelle creandogli nuovo disturbo, dato che LUI non poteva nemmeno starnutire...
Una mano grossa (molto grossa in effetti), si chiuse sulla delicata costola; una botta priva di qualsiasi delicatezza scosse la polvere; un soffio caldo e umido, probabilmente condito con strane spezie, soffiò con forza le ultime tracce di sabbia dalle sue decorazioni. Il Libro si sentiva pronto: era il momento in cui si sarebbe divertito sentendo le parole uscire da bocca legata a quella mano.
Con un semplice sforzo si aprì, come d'incanto alla prima pagina delle evocazione, in cui, con delicata ed elegante grafia era riportato il nome del colpevole, che avrebbe pagato per anni a venire la sua colpa, e attese, vibrante di sentirne pronunciate quelle sillabe: le sillabe della sua rivincita! Attese, attese, e quando l'attesa sembrò protrarsi per parecchio più del preventivato ecco che un respiro, un colpetto di tosse, quindi " UD??? UGNO, COSO CARTOZO. TU HA PIRSO ISSO PER FUOCO? UD? TU E'?...."